(Bio)aging

L’analisi del processo di invecchiamento, definendo stime misurabili di “invecchiamento biologico” (in contrasto con l’invecchiamento cronologico), è diventata un’importante iniziativa nella ricerca medica. Due “pilastri dell’invecchiamento” sono stati proposti come indicatori molecolari precoci più promettenti di invecchiamento, vale a dire l’accorciamento dei telomeri e le alterazioni epigenetiche nel DNA, che causano principalmente danni alle funzioni cellulari. I telomeri agiscono come un orologio mitotico che, riducendosi ad ogni divisione cellulare, porta alla senescenza cellulare (senescenza replicativa) o alla morte cellulare.

Un potente marcatore emergente dell’invecchiamento cellulare non mitotico è l’età epigenetica spesso definita come età della metilazione del DNA (DNAmAge). La DNAmAge nell’uomo è stimata in funzione della metilazione in un sottoinsieme specifico di diadi citosina-guanina (CpG) ed è fortemente correlato con l’età cronologica. Lo sviluppo di predittori epigenetici ha indirizzato a una teoria dell’invecchiamento definita come “orologio epigenetico” secondo la quale la differenza tra DNAmAge ed età cronologica è definita come “accelerazione dell’età” (AgeAcc) ed è indicativa di funzioni biologiche alterate e un elevato rischio di morbilità e mortalità.

Di seguito sono sinteticamente illustrati i progetti in corso presso il BioAgingLab sul tema (Bio)aging. Per i dettagli di ogni progetto, cliccare sul titolo.